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TANABE Isano (TANABE Isano)
Sesso Donna  Età nell'anno del bombardamento 26 
Data di registrazione 2003.10.27  Età nell'anno della registrazione 84 
Luogo in cui ci si trovava il giorno del bombardamento Hiroshima(Distanza dall'ipocentro:1.2km) 
Hall site Memoriale nazionale della pace di Hiroshima per le vittime della bomba atomica 
Doppiaggio/ Sottotitoli Sottotitoli 
TANABE Isano aveva 26 anni all'epoca. È stata esposta al bombardamento a Hirosekitachō a 1.2 km dall'ipocentro. La signora TANABE ha cercato rifugio qua e là dalle fiamme, è stata colpita dalla pioggia nera, e ora soffre della malattia atomica.
 
【Il lavoro che faceva all'epoca del bombardamento】
In quel periodo non stavo facendo niente. Un mese prima del bombardamento lavoravo come operaia al tornio in una fabbrica militare.
 
【Perché era a Hiroshima】
Siccome mia suocera ammalata mi aveva detto "torna a casa perché sono in difficoltà" sono venuta a Hiroshima il primo di Agosto. Ma lei è migliorata subito dopo che sono arrivata. Dopo 3 o 4 giorni si è ripresa e ho pensato di riportarla al suo paese. La mattina del 6 agosto eravamo pronti per partire. Il padre di mio marito era membro della squadra di difesa civile e, in quel momento, noi membri dell'associazione femminile dovevamo aiutare nell'attività di sfollamento.
 
【L'attimo dell'esplosione: lo spettacolo raccapricciante che seguì】
Subito dopo, una ragazzina del vicinato che doveva andare al 5°/6° anno di scuola mi dice "signora, signora! È terribile!". Quando le ho chiesto "che è successo?" mi ha risposto "si sente un B29!" "Non è un B29! L'allarme aereo è appena stato revocato!" "beh, vieni dentro a giocare, dai!" Appena detto questo c'è stato un flash abbagliante. "Guarda, è stata sganciata una bomba incendiaria, tutti dentro!" e mi sono alzata in piedi di scatto. In quel momento ho sentito come se mi avessero conficcato nel petto una lama rovente. In quell'istante ho perso i sensi. Non so quanto tempo sia passato, ero in un posto buio e silenzioso. Anche se provo a muovermi, non ci riesco, strano. Che posto è questo? Ho cercato a tastoni. Facendo così ho toccato con la mano qualcosa di viscido e disgustoso. Impulsivamente mi sono coperta il viso con le mani. Avevo il viso tumefatto.  La pelle intorno alle guance era cadente. Papà me l'aveva detto. "Se viene sganciata una bomba su Hiroshima da un B29, la faccia si scompone e la bocca si lacera fino alle orecchie, in ogni caso torna a casa presto". è successo proprio come ha detto papà, ho pensato. Quando mi sono toccata la testa, era ruvida, avevo una grande ferita ed ero travolta dalle macerie. Che dolore che do' a mamma e papà, ho pensato con la mente annebbiata. Mia figlia diceva "mamma, ho paura, mamma, aiuto!". Ho pensato che non ero da sola e l'ho cercata a tastoni. La bimba era proprio accanto a me. Ah, è ancora viva, pensai! L'altra, la più piccola, Atsuko, chissà dov'è, ho pensato. Siccome non riuscivo a muovermi ho provato ad allungare gambe e braccia. Così facendo ho sentito una manina accarezzarmi la gamba. Bene, anche lei è ancora viva, ho pensato, e ho urlato "Aiuto! Aiuto!" Sentendomi, mia suocera è venuta arrampicandosi attraverso un varco che aveva aperto. Adesso che, finalmente, era stato aperto un varco, vedevo: mia figlia, viva, con addosso uno straccio ricoperto di terra rossa e non le usciva più sangue dalle ferite. Ma ne era ricoperta ed erano incrostate di sangue. "Signora, ci aiuti, presto!" l'ho pregata, e ci ha aiutato. La bambina non era ferita. Ci ha sollevato entrambe. Ad un tratto, quando mi sono guardata, i miei vestiti erano stracciati. Anche il mio petto era cadente. Ho pensato fosse ormai la fine, e mi sono avvilita. Lì vicino sembrava che il soffitto andasse a fuoco e qualcuno diceva "Fuori di lì! La casa sta prendendo fuoco!" "Signora, portiamo via i bambini in un posto sicuro!", ho detto. Urlavo in continuazione "Portate in salvo i bambini! Vi prego!" La casa stava piano piano andando a fuoco e mia suocera piangendo di cuore gridava "non riesci ad alzarti da lì?!" "Non posso scappare lasciandovi qui. Moriremo  bruciati qui tutti e quattro" mi ha risposto la suocera. Sentendola parlare così non so come ma mi sono alzata.
 
【Durante la fuga】
Siamo scappati verso Teramachi. Mentre scappavamo abbiamo visto questo fuoco alzarsi da Teramachi. Ho detto "È rischioso, andiamo verso il fiume Hirose". Siccome non riuscivo a camminare, ho continuato a scappare a carponi sul tetto crollato. Sporgendosi solo col collo, con una voce che non poteva più essere definita tale, urlavano in coro "Aiuto! Aiuto!". Però non c'è stato niente da fare. Siamo arrivati fino all'argine del fiume. L'argine era pieno di persone ferite. Non avevano neanche la voce per dire "aiuto". Stavano per morire. Guardando verso il fiume, lungo tutto il corso del fiume Hirose a Nakahiromachi c'erano tante persone morte. Tutti bruciati, nudi, tumefatti, le braccia e le gambe stese. Come si può dire, erano come tronchi d'albero caduti, non erano più persone. In quel mentre, dall'argine c'erano tanti corpi bruciati e per lo più nudi. Con la pelle cascante, davvero, così lunga. Molte persone erano in fila e mentre parlavano a bassa voce la pelle della loro schiena si staccava , così. Dopodichè, noi abbiamo pensato di andare a Nakahiro attraversando il ponte, ma il ponte era crollato e bruciato proprio nel mezzo. Sotto le persone della squadra di difesa civile approntarono una zattera. Guardando la riva, c'erano tante persone, tutte con la testa sprofondata nell'acqua. E io portando in braccio in alto la bambina ho chiesto "Aiuto! Aiuto!". Ma una persona della squadra di difesa civile mi ha risposto "Quella bambina è già morta, abbandonala e sali solo tu." "E' ancora viva! Mi aiuti!", ho pregato ancora e ancora. Alla fine l'ha aiutata. Siamo finalmente salite sulla zattera. Mi sono seduta accanto alla mia bambina, ma lei ha vomitato sangue e non è più riuscita a muoversi. Questo è l'inferno!  Rapidamente, la cenere, o meglio, palle di fuoco ci hanno assaliti. Tutti per il caldo si sono tuffati nel fiume. C'erano anche dei morti. Era un inferno.
 
【La sciagura familiare】
E lì c'erano anche un sacco di persone ferite. Chiedevano "acqua, acqua, acqua". Guardando dopo un po', Atsuko era immersa nell'acqua, ed era bella. L'ho guardata inconsciamente, aveva spalancato i suoi occhi. Quando l'ho chiamata, "Acchan, Acchan" ha aperto gli occhi per un po' ma senza neanche sorridermi è morta così. "Mi dispiace, mi dispiace, Atsuko-chan". Senza riuscire a fare niente, l'ho solo stretta forte. Ho pensato che anch'io sarei morta subito. Non avevo neanche la forza di piangere. In quel mentre, sono cominciate a piovere grosse gocce di pioggia near Ho scritto su una targhetta "TANABE Atsuko", facendo in modo che si notasse. Le ho detto "Perdonami, vengo subito a prenderti"e sono scappata. Fino a dove riusciva ad arrivare il mio sguardo, tutto era un campo bruciato. C'erano tanti cadaveri ammonticchiati. Non so come dire, superavo corpi morti.
 
【I sintomi dopo il bombardamento】
Era una vita impossibile da immaginare. Per fortuna dopo essere stata moribonda per 3 mesi sono tornata a casa. Nonostante fossi tornata a casa, dalla mia testa spuntavano ancora pezzi di vetro. Non c'era un solo giorno felice. Il fatto che non fossi riuscita ad andare a prendere mia figlia era imperdonabile. E ogni giorno odiavo il fatto di essere viva. Volevo morire. Ormai davvero odiavo odiavo essere viva. Odiavo, odiavo guardarmi allo specchio. Lo odiavo. Ero così depressa che mio fratello maggiore mi ha detto: "Fino a quando sarai depressa? Le persone non sono solo la loro faccia.  Hai ancora molte cose importanti da portare a termine." "Non hai i tuoi genitori, tuo marito, tua figlia? Riprenditi!" Mi ha detto parole che non erano né di rabbia, né di rimprovero e neppure di stimolo. Finalmente ho pensato "è vero"
 
【Il funerale di mia figlia】
Siccome mi ero abituata a una nuova vita a casa, sono andata a prendere le ossa (di mia figlia). Mi hanno detto "Questa è sua madre e questa è sua figlia" tirando fuori due resti. Ho risposto "Ma mia madre è ancora viva!" Ho preso solo le ossa di mia figlia e ho detto "La ringrazio per queste, torno a casa". Però naturalmente non sapevo di chi fossero davvero quelle ossa. Però da qualche parte volevo che vi fosse una degna commemorazione per mia figlia, le tenevo con grande cura (queste ossa). In quel periodo non saprei descrivere come mi sentivo.
 
【Di nuovo una femmina】
Il 15 ottobre del 1948 mi è nata una bambina. Molto carina, assomigliava a mia figlia morta nel bombardamento. Fino a quel momento pensavo di essere stata molto triste. Però la casa è divenuta notevolmente più solare e piena di felicità. Mia figlia è cresciuta per 4 anni senza mai ammalarsi ma all'improvviso le è salita la febbre. Pensando "che strano oggi è il giorno in cui ricorre l'esplosione della bomba" l'ho portata in ospedale portandola sulla schiena. Siccome il dottore mi ha detto "Sarà un'influenza, non c'è bisogno di preccuparsi", sono tornata a casa e l'ho messa a letto. Diventata notte le si è gonfiata la pancia e ha vomitato qualcosa simile a sangue. Che strano, ho pensato. Ho chiesto al medico di venire a visitarla. Mi è stato detto "Neanch'io so bene cosa abbia". Le ha fatto un'iniezione e se ne è andato. Dopo un po', quando l'ho guardata fissa ha spalancato gli occhi e mi ha detto "mamma dove siamo?". Quando le ho risposto "A casa di Ecchan" mi ha detto "Che bella!", sorridendo. Subito ha chiuso gli occhi. Quindi ho avuto il deja-vu (del giorno del bombardamento) sul greto del fiume quando chiamavo "Acchan, Acchan!". Ho pensato che almeno questa volta mia figlia mi aveva risposto "che bella!"
 
【La comparsa dei sintomi della malattia in famiglia】
Mio marito si era fatto dei controlli periodici, dopodichè ho ricevuto una telefonata dal medico. "Signora non si spaventi, ma suo marito ha un cancro ai polmoni" Naturalmente mi sono spaventata. Tutta la famiglia si è depressa. Mio marito mi ha chiesto "Che succede?" e io "Dicono che forse hai un cancro ai polmoni" "Se dovessi avere un cancro ai polmoni, andremo avanti insieme". Era una persona forte. Mi ha detto "Dato che ho 2 polmoni non ti preoccupare. Posso vivere anche solo con uno, non preoccuparti" Non c'è stato niente da fare. E proprio il 6 febbraio (è morto). Mia madre è scomparsa il 6 giugno. Le mie figlie, mia suocera e mio marito, tutti hanno l'anniversario di morte il giorno 6.
 
【Il sostegno per andare avanti】
Credo nella pace. C'è qualcosa che posso fare. Anche con la mia poca forza, se mi do' da fare, ci sono molte cose in cui posso essere utile. E' per le persone, tiro avanti un altro giorno, prego perché possano riposare in pace le persone scomparse. Per pregare per le persone devo vivere. Ho intenzione di pregare per la pace. Perché ci sono molte cose…, c'è la vita, c'è il corpo. Per le persone, se in qualche maniera posso essere utile. Anche a casa, affinchè io possa essere, anche se di poco d'aiuto, a mia figlia quando troverà lavoro, penso che dovrò darmi da fare. Credo che non vivrei se fossi sola. Penso che se posso fare qualcosa devo farla per gli altri.
 
【La preoccupazione per la salute derivante dal bombardamento】
All'inizio l'ho pensato eh, prima del matrimonio! Siccome mi sono imbattuta nella bomba, sono stata rifiutata e non mi sono sposata. Quindi la prossima volta quando mio nipote si sposerà non vorrà che io vada al suo matrimonio così piena di ferite. Se gli altri mi chiedessero "Queste ferite? Che è successo? Forse la bomba?" Penso che causerei di nuovo problemi a mio nipote.
 
【La rabbia verso lo sgancio della bomba】
Penso sia un atto inumano. Sia ora che all'epoca. A quel tempo non sapevamo si trattasse di una bomba atomica. L'abbiamo saputo 10 anni dopo. Intorno al 1966. Dopo l'accaduto dell'Isola di Bikini. Al tempo della bomba pensavamo che si trattasse di una bomba incendiaria. Era un periodo in cui non si sapeva niente, che ci sarebbero stati postumi e così via. "Sono io che sono debole, è la mia salute che è cagionevole, sono io che sono sbagliata" pensavo. Mi è capitato un sacco di volte di pensare che fosse finita. Adesso davvero quella cosa non deve più essere usata, assolutamente. In qualunque paese del mondo. Assolutamente, penso che  se tutti dimenticassero questa cosa sarebbe grave. Vorrei dirlo davvero ad alta voce. Non si devono più usare bombe atomiche. La penso così.
 
Traduzione: Mr. Alessandro La Vitola, Ms. Veronica De Pieri
Supervisore alla traduzione: Prof. Aldo Tollini
Traduzione a cura di: NET-GTAS(Rete dei traduttori per la divulgazione nel mondo delle testimonianze dei sopravvissuti alla bomba atomica)
 
 
 
 

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